Carissimi,
con la riapertura delle scuole torno a vedere dalle mie finestre, e a incrociare per strada, folti gruppi di ragazzi e ragazze, carichi di libri e di pensieri, avviati verso i diversi istituti, mentre la città si rimette in moto. Intercetto occhiate fugaci e raccolgo frammenti di racconti. Basta uno sguardo, in questi giorni, per indovinare molte delle domande che portate con voi al nuovo suono della campanella. Cosa succederà quest’anno a scuola? Ce la farò a sostenerne il peso? Come sarà il rapporto con i compagni? E con i professori?
Se tornate con la mente indietro, a un anno fa, vi sembra che sia passato un secolo: tante cose sono accadute; molte persone si sono rivelate diverse dalle aspettative, nel bene e nel male; voi stessi fatichereste quasi a riconoscervi, per come vi trovate cambiati. E così, anche adesso, si inseguono dentro di voi l’orgoglio per il percorso fatto e le ansie per le incognite future, fragilità e corazze, dubbi e certezze, slanci audaci e paurosi testacoda.
Fra i tanti interrogativi, permettete che ve ne suggerisca uno anch’io. Mentre vi chiedete cosa incontrerete sulla vostra strada, pensate anche a chi vi può essere davvero di aiuto nel cammino della vita. Non si cresce da soli e – ce ne accorgiamo o meno – siamo sempre alla ricerca di persone realmente felici e pienamente soddisfatte, da cui cogliere il segreto della loro energia e serenità. Talvolta ci affascina chi si mostra sempre sicuro e sprezzante, capace di affrontare le cose con spirito di autonomia assoluta e noncuranza per le regole. Poi ci accorgiamo, però, che i più cinici e ribelli sono in realtà persone ferite, senza fiducia, profondamente sole. E subentra la tentazione di chiuderci in noi stessi, di guardare scorrere la realtà come fossimo semplici spettatori.
Anche se siete giovanissimi, conoscete bene sia i picchi dell’entusiasmo che gli strapiombi della delusione. Per questo credo che, anche nell’esperienza scolastica, avete giustamente bisogno di una compagnia sicura, che appassioni senza tradire. Nella mia vita, è nella comunità cristiana che ho trovato risposta a questa sete. È grazie a lei che ho scoperto Gesù di Nazaret come un maestro diverso da tutti gli altri. L’unico capace di dare la vita per me e mostrarmi la via dell’amore. Alla sua scuola conosciamo il significato di quelle che a volte sembrano solo parole: verità, gioia, fedeltà, perdono. E il senso misterioso del dolore.
Anche quest’anno ho un dono da chiedervi. In questi stessi giorni cade il quinto anniversario del mio arrivo a Rimini. Cinque anni sono pochi, ma sono anche tanti. Voi sapete bene come, in un simile arco di tempo, si possa concentrare una straordinaria densità di esperienze, di incontri, di progetti. Da parte mia, sono commosso e grato per quanto ho ricevuto, anche da tantissimi ragazzi come voi, in questa “scuola di vita e di fede” che sono la nostra comunità cristiana e le nostre città. Allora, ecco il regalo che vi chiedo: non temete di approfittare di tutte le occasioni possibili per portare ancora più vicino al mio cuore ciò che riempie di bellezza, di desiderio e di inquietudine la vostra vita. Io non mancherò di ascoltarvi.
Nella gioia del Vangelo, vi benedico e vi saluto con grande affetto,
Rimini, 17 settembre 2012
+ Francesco Lambiasi