In questi giorni siamo stati nuovamente investiti dall’ennesima ondata di notizie inquietanti, che riguardano tristi fatti di violenza, avvenuti nel nostro territorio, ai danni di adolescenti per colpa di adulti, ma anche di coetanei.
Come pastore e primo educatore della comunità diocesana, mi rivolgo in particolare a voi, miei giovani amici, e con voi mi domando: che cosa possiamo fare?
Certo, non possiamo limitarci a reazioni puramente emotive. Non possiamo contentarci di qualche sterile lamentazione “sulla nequizia dei tempi” né tanto meno di irresponsabili indulgenze buoniste. Non bastano neanche affrettate analisi socio-psicologiche.
Non ci resta allora che rassegnarci? o forse siamo inesorabilmente indotti ad assuefarci? Mai e poi mai! Ci occorre piuttosto una vasta mobilitazione delle coscienze; ci serve una vera e propria “rivoluzione morale”, come la chiamava don Oreste.
Come credenti, il Signore Gesù ci indica una strada percorribile e sicura, che la Chiesa raccomanda in modo particolare in questo tempo di Quaresima: il digiuno.
Ma perché digiunare? Prima di tutto per rientrare in noi stessi, per renderci conto della fame di felicità e della sete di Infinito che ci brucia in cuore, ma anche per non sottovalutare le oscure forze aggressive e le prepotenti spinte trasgressive che si agitano nei bassifondi del nostro io volubile e vorace.
Inoltre vogliamo digiunare per riaprirci a Gesù Cristo, nostro unico Salvatore: abbiamo bisogno di nutrirci delle sue parole di vita eterna, perché non di solo pane vive l’uomo…
Ancora: vogliamo digiunare per protestare con la forza della non-violenza contro la violenza dei miti dei nostri giorni: l’individualismo, l’edonismo, il consumismo, ma soprattutto questo disinvolto relativismo morale che ci sta fiaccando tutti.
Con il nostro digiuno vogliamo anche schierarci dalla parte delle vittime di tanta violenza e dire loro la nostra cordiale vicinanza e l’impegno più deciso ad andare controcorrente, per far vincere dentro e fuori di noi le forze dell’Amore, della Verità e della Pace
Da che cosa digiunare? Da tutto ciò che nel vocabolario cristiano si chiama peccato: dalle parole cattive, dai pensieri negativi, dalle immagini violente, ma anche da ciò che è eccesso e “sballo”. In questo senso il digiuno alimentare non sarà che un segno del nostro voler camminare in controtendenza rispetto alla mentalità corrente che ci propone in modo sempre più arrogante l’idolatria del dio Denaro (“più guadagni e meno ti lagni”), la dea Immagine (“apparire per non morire”), il dio Successo (“più bravo sei, più felice sarai”).
In concreto, quando digiunare? Così inteso, il digiuno-atteggiamento va incominciato o ricominciato subito, e non va smesso mai.
Ma penso che sia importante esprimere la nostra volontà di andare controcorrente attraverso un digiuno-segno, che attueremo
Sabato, 15 marzo sera, presso la nostra Cattedrale,
nel contesto della Giornata Diocesana dei Giovani.