Intervento del Vescovo alla Veglia per le vocazioni
Non vorrei entrare in questa veglia a gamba tesa. Permettetemi perciò di introdurmi con una confidenza. Chissà perché, fin da quando sono inciampato nel tema-slogan di questa veglia, mi è venuto da pensare a Maria di Nazaret. Forse perché quel giorno era proprio il primo maggio… Comunque nel leggere il motto ispiratore della veglia, mi sono visto comparire davanti la giovanissima figlia di Sion, con il profilo pennellato dall’evangelista Luca, mentre la ritrae in procinto di recarsi dalla sua anziana parente Elisabetta. “In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda”.
Riprendiamo i tre verbi di questo versetto, uno ad uno. Si alzò – gr. anastasa – lett. ‘risorta’. E’ un verbo che nella precedente traduzione italiana della Bibbia CEI era inspiegabilmente ‘saltato’. Ma giustamente è stato poi reintrodotto nella nuova versione del 2008. E’ forse eccessivo pensare che quel verbo si porti dentro il dolce “retro-gusto” del mistero centrale della nostra fede, qual è la risurrezione del Signore, al punto che potremmo benissimo tradurre quel “si alzò” con “risuscitò”? Il secondo verbo è andò, cioè prese l’iniziativa, mosse i primi passi, si mise decisamente e premurosamente in cammino. La vita è fatta di cammini, ogni cammino è fatto di passi, e Maria li muove “in fretta”. Sommando questi primi due verbi – alzarsi + andare – viene fuori il primerear di papa Francesco, che proviene dal gergo calcistico, e vuol dire: giocare d’anticipo, prendere l’iniziativa, arrivare prima sulla palla. Il terzo verbo amare non c’è in questo versetto, ma possiamo forse immaginare che Maria sia andata tra le montagne della Giudea a fare la villeggiatura, oppure a giocare il ruolo di prima donna o a recitare la parte di candidata a “reginetta dei cieli”?
Ora possiamo invocare Maria, come la donna del primo passo, colei che non solo ascolta premurosa le nostre domande, ma “molte fiate liberamente al domandar precorre” (Dante). Nelle ore difficili e delicate della nostra vita: l’ora del peccato, del dubbio, del dolore, della paura, della rabbia, della chiamata, del sì senza se e senza ma al disegno di Dio sul nostro futuro.
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Santa Maria, donna del primo passo, affrettati a venirci in aiuto prima che sia troppo tardi. Vieni a ‘pescarci’, nell’ora del nostro peccato. Quando rompiamo l’alleanza con il tuo Figlio e strisciamo pancia a terra davanti agli idoli muti e bugiardi, sempre seducenti e, alla fine, immancabilmente deludenti. Ricordaci che l’idolatria è egolatria (io-latria), culto del nostro io, malato e narcisista. E’ proprio l’io è l’idolo più maliardo e più malefico che ci sia. Tu, Maria, non aspettare il nostro grido di aiuto. Corri subito a tirarci fuori dal fango dell’autoreferenzialità, altrimenti ne saremmo sommersi, prima ancora di riuscire a lanciare al cielo l’allarme del nostro S.O.S. impaurito e disperato.
Santa Maria, donna del primo passo, tu che hai sempre risposto sì alla chiamata di Dio, dal primo sì, detto con slancio all’angelo di Nazaret al sì sussurrato tra singhiozzi e sospiri nell’ora della croce, alzati e vieni a precederci nell’ora del dubbio e dell’incertezza. Quando rischiamo di affondare tra le sabbie mobili dei continui rimandi e dei sistematici rinvii. Ricordaci che il ‘bello della diretta’ nella nostra vita è sempre preferibile a una pur impeccabile ‘differita’. Aiutaci a renderci conto che nella vita, se non scegliamo noi, prima o poi sarà la vita a scegliere per noi. E quando ogni certezza sembra franare e lasciare il vuoto inquietante di un vagare senza strada e senza meta, dacci uno strattone e spingici ad uscire dalla sindrome del divano. Facci venir fuori dal letargo ammorbante di una vita tirata a campare e penosamente sciupata tra miraggi effimeri e incubi agghiaccianti.
Santa Maria, donna del primo passo, alzati e sbrigati a soccorrerci nell’ora del dolore, quando rischiamo di raggomitolarci su noi stessi e di stare sempre lì a leccarci le piaghe. Quando soffriamo la fame, mandaci qualcuno da sfamare. Quando battiamo i denti per il gelo triste della solitudine, mandaci qualcuno da consolare.
Santa Maria, donna del primo passo, alzati e previenici con la spedizione di un ‘pronto soccorso’ nell’ora della paura che ci paralizza con il panico raggelante di spaventosi spettri e fantasmi terrificanti. Mettici una mano sul petto e rallenta il battito convulso del nostro cuore. E poi, quando la paura viene bussare alla nostra porta, alzati e va’ tu a spalancare l’uscio, e facci vedere che fuori non c’è proprio nessuno pronto a farci fuori.
Santa Maria, donna del primo passo, gioca di anticipo con noi nell’ora della rabbia, quando per un torto subito o per il fiotto di una ferita che ha ripreso a sanguinare, ci ritroviamo in panne e a corto di carburante per un viaggio di ritorno, fatto di perdono e di pace. Tu che hai sempre praticato la strategia della non-violenza e ti sei continuamente esercitata nell’invincibile tattica del disarmo unilaterale e preventivo, dacci una mano per non far tramontare il sole sopra la nostra ira. Per non piombare nel black out del rancore amaro e risentito. Per non lasciarci vincere dal male, ma per vincere con il bene del perdono il male della voglia malsana della ritorsione e della smania di rivalsa.
Santa Maria, donna del primo passo, alzati e vieni a svegliarci nell’ora della chiamata. Perché il tuo Figlio, che non si stanca di darci fiducia e di passare lungo le rive della nostra esistenza, non ci trovi troppo stanchi e addormentati, e neppure in troppe faccende affaccendati. Ricordaci che chi dice sì a tuo Figlio, il quale ci chiama a seguirlo, non brucia la propria vita, ma la salva. Non azzera la propria libertà, ma la eleva all’ennesima potenza. Chi rinuncia a mettere in salvo la propria pelle per amore di Gesù e dei fratelli più poveri, sembra un vinto, in realtà è un vincitore. Chi rinnega il proprio io, in realtà si realizza – insieme ai poveri in spirito e ai puri di cuore – davanti a Dio. Perché a che serve conquistare medaglie e trofei, se poi si perde irrimediabilmente la propria vita?
Santa Maria del cammino, nell’ora del sì, incendia il cuore dei nostri giovani con il fuoco ardente di un amore folle e appassionato per Gesù. Gonfia i loro occhi di tenerezza e di speranza. Accogli il dono della loro vita e giralo al tuo Figlio benedetto, perché lo restituisca loro con un progetto possibile e uno stupendo disegno d’amore. Amen!
Rimini, San Giuliano, 5 maggio 2017
+ Francesco Lambiasi