Amiche e Amici carissimi,
state per partire per la Route nazionale. Vi posso chiedere 300 secondi di ascolto? Ecco, dopo che mi sono letteralmente ‘bevuto’ il vostro bel libretto che vi accompagna nel percorso di catechesi, mi sono smozzicato quasi una mezza matita tormentandomi con la domanda: “E mo’, io che gli scrivo?”. Non scandalizzatevi se dopo prove e riprove, mi sono arreso e mi son detto: “E se invece di essere io a dire qualcosa a loro, mi mettessi ad ascoltarli?”. Già, ma come si possono ascoltare persone che non hai tempo e modo di incontrare a quattr’occhi? E invece, quando ci si sente amici, questo succede, eccome! Sì, per il fatto stesso di sapervi in route, mi avete trasmesso questi messaggi che ora provo a rilanciarvi in forma di tre brevi post.
Primo post. Con la vostra route mi dite: “Non è che noi non osiamo perché le cose sono difficili, ma sono difficili perché non osiamo”. E’ vero: è la paura che rende difficili le avventure della vita. Ma -ricordate l’apologo di Martin Luther King? “Un giorno la paura bussò alla mia porta. La fede andò ad aprire. Fuori, non c’era nessuno”.
Secondo post. Con la vostra route mi dite: “C’è una vita più umana di quella cristiana? No, non c’è“. E’ vero: Gesù non è venuto a paralizzarci con una sfilza ammorbante di no alle cose belle della vita: l’amore, la gioia, la fraternità, la libertà. Non è venuto a privarci di ciò che è veramente umano, ma a donarci il coraggio e l’audacia di conquistare le vette più vertiginose di una vita bella, buona, piena, strapiena. Se ci fidiamo, lui riesce a soddisfare la nostra fame di infinito, di eterno, di assoluto. O no?
Terzo post. Con la vostra route mi dite: “Il vangelo della gioia si può annunciare solo con la gioia del vangelo”. E’ vero: il vangelo è il manuale della perfetta felicità. Voi lo sapete, perché più di una volta l’avete sperimentato: se vivi il vangelo, riesci a trasformare anche il dolore in amore, anche la prova in opportunità, anche l’ostacolo in vantaggio. Così è avvenuto per Gesù che è riuscito addirittura a trasformare la morte in vita. E’ successo così anche a Francesco d’Assisi, ad Alberto Marvelli, a don Oreste Benzi, a Sandra Sabattini. Provare per credere…
Cari Amici, grazie per quanto mi avete già detto. Ma a questo punto posso contare anche su quanto mi direte dopo la route? Non vedo l’ora di ascoltare i vostri racconti e vi ringrazio in anticipo.
Buona strada!
Il vostro Vescovo
Francesco Lambiasi
Rimini 1 agosto 2014