A un anno dall’invasione russa, il “no” deciso alla violenza e un rinnovato “mai più” alla guerra
A un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, i vescovi italiani ripetono il “no” deciso a tutte le forme di violenza e di sopraffazione. E invitano le comunità a pregare per la pace. L’appello è raccolto dalla Diocesi di Rimini.
In Basilica Cattedrale, a Rimini, oggi venerdì 10 marzo è prevista alle ore 17 la preghiera della Via Crucis e alle ore 17.30 la celebrazione della santa Messa, presieduta dal Vescovo Nicolò.
“Aderendo all’iniziativa del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), e all’invito della Conferenza Episcopale Italiana, celebreremo venerdì 10 marzo una Santa Messa per le vittime della guerra in Ucraina e per la pace in questo Paese. – dice mons. Anselmi – Sarà un’occasione per rinnovare la nostra vicinanza alla popolazione e per affidare al Signore il nostro desiderio di pace. Chiedere la conversione del cuore, affinché si costruisca una rinnovata cultura di pace, sarà il modo in cui porteremo nel mondo quei germogli della Pasqua a cui ci prepariamo”.
“Il grido accorato di Papa Francesco scuote le coscienze e chiede un impegno forte a favore della pace: è tempo di trovare spazi di dialogo per porre fine a una crisi internazionale aggravata dalla minaccia nucleare. Ad un anno dall’invasione russa di uno Stato indipendente, l’Ucraina, vogliamo tornare a ripetere il nostro «no» deciso a tutte le forme di violenza e di sopraffazione, il nostro “mai più” alla guerra. Per questo, invitiamo le comunità ecclesiali ad unirsi in preghiera per invocare il dono della pace nel mondo. – si legge nella nota della Presidenza della Cei – In Ucraina, così come in tanti (troppi) angoli della terra risuona infatti l’assordante rumore delle armi che soffoca gli aneliti di speranza e di sviluppo, causando sofferenza, morte e distruzione e negando alle popolazioni ogni possibilità di futuro. Il tempo di Quaresima ci ricorda il valore della preghiera, del digiuno e della carità, le uniche vere armi capaci di trasformare i cuori delle persone e di renderci «fratelli tutti»”.