Insieme a tutte le donne e agli uomini di buona volontà, come credenti vogliamo esprimere tutto il nostro orrore e il più accorato dolore per lo spietato massacro perpetrato con i feroci attentati eseguiti nella tarda serata di venerdì 13 novembre scorso, a Parigi, come il giorno prima a Beirut. Facciamo nostro il gravissimo trauma subito dai parenti e familiari di tutte e ciascuna delle vittime, che sentiamo come nostri fratelli e sorelle.
Insieme gridiamo il nostro no alla violenza, ad ogni forma di bruta violenza. Uniti ricordiamo le vittime della guerra in Siria, in Iraq, nel resto del Medio Oriente e nelle altre parti del mondo. Il terrorismo va condannato in modo chiaro, netto e determinato. Non c’è nulla che possa giustificare un crimine così terribile e una barbarie tanto devastante. Insieme cantiamo il nostro sì alla pace, nell’assoluta convinzione che ogni uomo è mio fratello, ogni donna è mia sorella. Noi vogliamo la pace fondata sulla giustizia e sulla solidarietà. E non possiamo darci pace finché non sia realizzato il bene comune. Ma per questo sappiamo di dovere fare pulizia nel nostro cuore, sconfiggendo dentro di noi ogni sentimento impuro di orgoglio, di invidia e di insana gelosia, come pure siamo impegnati a vincere ogni atteggiamento improprio di diffidenza, di presunta superiorità, di qualunquismo e di razzismo. Dobbiamo e vogliamo disarmare l’odio dentro di noi, poiché la violenza, prima di armare le mani, arma il cuore.
Insieme gridiamo il nostro no alla guerra, ad ogni forma di conflitto tra le religioni, ad ogni forma di persecuzione religiosa, e insieme cantiamo il nostro sì al dialogo tra tutti i credenti e gli uomini e donne di buona volontà. Le nostre fedi sono basate sulla dignità di ogni persona umana, a prescindere non solo dal sesso, dall’etnia, dalla nazionalità, ma anche dalla fede. Anzi è proprio la fede nell’unico Dio a farci ritenere tutti fratelli tra di noi. Perciò compiere un attentato o una strage o fare una guerra in nome di Dio significa bestemmiare e sporcare il Suo Santo Nome.
Insieme gridiamo il nostro no ad ogni forma di cultura dello scarto e del rifiuto, e insieme cantiamo il nostro sì alla cultura dell’accoglienza e dell’integrazione. Pertanto non dobbiamo cedere alla tentazione della paura e alla logica illogica dell’odio e della violenza. Così finiremmo per fare il gioco del fondamentalismo più crudele e disumano, e rischiamo di firmare la nostra sconfitta di uomini civili. Ma altrettanto nettamente condanniamo il cinico fenomeno del commercio delle armi che attraversa le frontiere dell’occidente e dell’oriente, e costituisce una delle varie forme perverse di globalizzazione. Allo stesso tempo non possiamo confondere terroristi con rifugiati e pertanto confermiamo il nostro sì per compiere ogni sforzo perché a ogni rifugiato sia assicurata casa, lavoro, istruzione e assistenza.
Insieme, animati dalla fede in un solo Dio “Onnipotente e Misericordioso” possiamo e vogliamo difendere e con tutte le forze desideriamo promuovere per tutti la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà. Che le fatiche e i sacrifici che dobbiamo affrontare per le sorti dell’umanità, della nostra Città e dell’intero pianeta non ci tolgano la gioia della speranza!
Camminiamo cantando. Insieme!
Rimini, 21 novembre 2015
Il Vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi
L’Imam Mourad
La Pastora Valdese Giuseppina Bagnato
Il Parroco Ortodosso Padre Serafino Corallo