Nell’accogliere l’ospite, il Vescovo ha affermato: “Insieme gridiamo il nostro no alla violenza, ad ogni forma di bruta violenza. Uniti ricordiamo le vittime della guerra in Siria, in Iraq, nel resto del Medio Oriente e nelle altre parti del mondo. Il terrorismo va condannato in modo chiaro, netto e determinato. Non c’è nulla che possa giustificare un crimine così terribile e una barbarie tanto devastante. Insieme cantiamo il nostro sìalla pace, nell’assoluta convinzione che ogni uomo è mio fratello, ogni donna è mia sorella”.
Il Vescovo Francesco ha poi proseguito: “Insieme gridiamo il nostro no alla guerra, ad ogni forma di conflitto tra le religioni, ad ogni forma di persecuzione religiosa, e insieme cantiamo il nostro sì al dialogo tra tutti i credenti e gli uomini e donne di buona volontà”.
Mons. Lambiasi ha quindi concluso di fronte all’ospite e alla delegazione che lo accompagnava nella sua visita riminese: “Noi Cristiani Cattolici condividiamo con voi la certezza che il dialogo non va inteso come una sorta di compromesso diplomatico. Ma crediamo pure che la conoscenza reciproca genera la fiducia e rende possibile la collaborazione. Comunque, malgrado le profonde differenze, Cristianesimo e Islam si incontrano nella fede in un solo Dio, onnipotente e misericordioso. Animati da questa fede, insieme possiamo camminare verso un’attuazione più piena della libertà, della fraternità, e di una convivenza veramente pacifica e benefica”.
Il Marabù, da parte sua, ha insistito sulla distinzione tra cultura araba e religione musulmana. Mentre la prima tende alla violenza, la seconda è costitutivamente non-violenta, e vanno considerate derive aberranti le correnti fondamentaliste e terroristiche. Certamente, però, Cristianesimo e Islamismo muridista possono e devono collaborare per promuovere la giustizia sociale, la pace e la libertà.
L’incontro si è concluso con uno scambio dei doni. Il Vescovo ha regalato al Marabù una preziosa pubblicazione sul Trecento riminese, mentre il Marabù gli ha donato una targa dell’università del Senegal in cui insegna Filosofia e Sociologia.