Incontro di riflessione per persone impegnate in ambito sociale e politico

L’incontro e confronto cordiale sul tema: “Il lavoro che serve, ciò che serve al lavoro” è una grande occasione per riflettere insieme, Chiesa e società civile, su un argomento di stretta attualità, che tocca l’impegno nella società e nelle istituzioni.

Si tratta del tradizionale incontro del Vescovo con le persone impegnate in ambito sociale e politico, e con le realtà che operano nel mondo del lavoro, organizzato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale, in programma venerdì 20 aprile presso l’Aula Magna dell’Istituto di Scienze Religiose “A. Marvelli” di Rimini, via Covignano 265.

Questo incontro era solitamente organizzato nel mese di dicembre, per gli auguri di Natale. Quest’anno, la tradizione si sposta solo di qualche mese in avanti, con la proposta di riflettere insieme sul lavoro, un tema che da sempre è al centro della preoccupazione della Chiesa, oggetto anche dell’approfondimento della Settimana Sociale di Cagliari, nello scorso ottobre, e del Messaggio della Conferenza Episcopale Italiana in occasione del 1 Maggio, festa di San Giuseppe lavoratore.

Senza lavoro non c’è dignità”, ha detto Papa Francesco nel suo saluto all’assemblea della Settimana Sociale. E ha proseguito: “La dignità del lavoro è la condizione per creare lavoro buono: bisogno perciò difenderla e promuoverla (…). La Chiesa opera per un’economia al servizio della persona, che riduce le disuguaglianze e ha come fine il lavoro per tutti”. Ci sono segni positivi, segni di speranza da coltivare, sempre, dove ci sono persone che hanno come obiettivo: “servire le persone che hanno bisogno; e formare comunità in cui la comunione prevale sulla competizione”.

Il confronto su “ciò che serve al lavoro” partirà da un intervento di padre Francesco Occhetta, 47 anni, scrittore, notista politico e giornalista de La Civiltà Cattolica. Padre Ochetta, in particolare, rifletterà sul lavoro dei giovani, in questo anno dedicato al Sinodo che li vedrà protagonisti il prossimo ottobre.

Il momento dell’incontro per persone impegnate nell’ambito sociale e politico desidera essere una tappa nell’impegno quotidiano in mezzo a tante difficili e complesse situazioni da affrontare, che possa aiutare a riscoprire quelle motivazioni e valori umani e spirituali che stanno alla base delle scelte effettuate.

Programma:
ore 18.00: arrivi e accoglienza
ore 18.15: momento di preghiera presieduta dal Vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi
ore 18.45: Relazione di padre Francesco Occhetta sul tema: “Il lavoro che serve. Ciò che serve al lavoro
ore 19,45: Confronto e dialogo col relatore
ore 20.15: Momento di auguri e saluti. Buffet.

L’incontro di spiritualità per le persone impegnate nell’ambito sociale e politico, è una felice tradizione della Diocesi di Rimini. Si tratta di un’occasione di incontro fraterno, di riflessione e di dialogo.

“La quantità, qualità e dignità del lavoro è la grande sfida dei prossimi anni per la nostra società nello scenario di un sistema economico che mette al centro consumi e profitto e finisce per schiacciare le esigenze del lavoro”. Lo scrivono i vescovi italiani nel Messaggio della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace in vista del 1° maggio. “I due imperativi del benessere del consumatore e del massimo profitto dell’impresa hanno risolto il problema della scarsità dei beni e delle risorse necessarie per investimenti, innovazione e progresso tecnologico nella nostra società. Ma – rilevano i vescovi – hanno finito per mettere in secondo piano le esigenze della dignità del lavoratore indebolendo il suo potere contrattuale, soprattutto nel caso delle competenze meno qualificate”. “Questi meccanismi – si legge nel messaggio – sono alla radice di quella produzione di scartati, di emarginati così insistentemente sottolineata da Papa Francesco. E ci aiutano a capire perché ci troviamo di fronte a tassi di disoccupazione così elevati, ancor più tra i giovani, e al fenomeno inedito dei lavoratori poveri”. “Oggi l’indebolimento della qualità e della dignità del lavoro porta al paradosso che avere lavoro (che molte volte rischia di essere un lavoretto saltuario) non è più condizione sufficiente per l’uscita dalla condizione di povertà”. Secondo i vescovi, è “innanzitutto necessario innovare il nostro metodo di azione. Farsi prossimo agli ultimi, comprendere e condividere le loro urgenze non è solo un compito pastorale ma diventa un’esigenza fondamentale per l’intera società in tutte le sue componenti (art. 2 della Costituzione) e un compito ineludibile per la classe politica”. “Abbiamo bisogno sempre più di forme di sussidiarietà circolare di solidarietà che vedano nuove configurazioni di collaborazione fra tutti i soggetti, senza particolarismi o primogeniture, ma come fondamento e fine del convivere responsabilmente insieme per un futuro di speranza a partire dal lavoro ‘centro di ogni patto sociale’”.