La Parola
Dal vangelo secondo Giovanni (14,27-31)
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore».
Ascolto
Questo brano è la conclusione delle parole di addio di Gesù ai suoi discepoli. Si congeda dai suoi con parole di conforto. Gesù augura la pace con la parola ebraica Shalôm che designa la pace messianica, quella che racchiude tutte le benedizioni e tutte le beatitudini portate da Gesù. La pace è Gesù stesso. I discepoli cominciano a capire che la passione sarà terribile da affrontare, ma Gesù dice loro che la gioia deve superare il turbamento perché Egli va verso un bene migliore; va al Padre “perché il Padre è più grande” di lui, è pienezza della sua gloria (v. 28). Come è difficile per i discepoli capire lo scandalo della croce, quel passaggio obbligato previsto nel Disegno del Padre. Soltanto la fede sarà la loro forza. Gesù ha poco tempo ancora per salutare i suoi perché Satana sta per venire ma il Male non ha alcun potere su Gesù, l’Agnello immacolato è senza peccato ed è pertanto inattaccabile. Gesù ha posto la sua vita sotto il segno della Volontà del Padre e si consegna liberamente alla morte in croce perché, a sua volta, l’uomo conosca la verità e l’unità.
Prego
Padre, spesso la nostra pace è turbata e insidiata dalle nostre passioni. Aiutaci a non cercare la pace come la dà il mondo, pace effimera che esclude la croce, ma quella vera che solo tu puoi donare.