In questi giorni, dieci anni fa, iniziava il ministero di Papa Francesco. I media di tutto il mondo, a partire dal 13 marzo scorso, hanno ricordato questo avvenimento.
Desidero anch’io ricordare il Santo Padre in prossimità delle celebrazioni della festa di San Giuseppe, il 19 marzo, Custode del Redentore, come lo ha definito San Giovanni Paolo II, patrono di tutta la Chiesa universale.
Tradizionalmente il 19 marzo nella Chiesa cattolica si festeggiano i papà, una festa di famiglia ancora abbastanza vissuta*.
Pochi giorni fa, visitando la Casa circondariale di Rimini, ho visto che si festeggiavano i papà.
Il Santo Padre, papa, papà.
Sono convinto che lo Spirito Santo suscita in ogni epoca storica, dei papa adatti al contesto spirituale, sociale, religioso in cui sono chiamati a servire la Chiesa.
Papa Francesco, prima di essere eletto papa, è cresciuto, è vissuto, ha servito e amato Buenos Aires, l’Argentina, il Sud America.
Fu ordinato sacerdote nel 1969. Da giovane presbitero e da vescovo ha certamente camminato nelle favelas della sua città, dove decine di migliaia di persone bisognose e in grande difficoltà vivevano (e vivono) in condizioni non dignitose. In mille occasioni avrà conosciuta la situazione di tante Diocesi del Brasile, della Colombia, dell’Equador, del Perù e del Venezuela, spesso segnate dalla diseguaglianza fra ricchi e poveri, fra possibilità e impossibilità di accedere all’istruzione, agli ospedali e alle cure sanitarie, Diocesi immerse in territori segnati da situazioni di instabilità, violenza e guerriglia. Penso che avrà certamente amato l’Amazzonia, spesso sfruttata e distrutta.
Da giovane sacerdote ha anche assistito alla cosiddetta “guerra delle Falkland”, che ha visto opposti il suo Paese, l’argentina, e il Regno Unito.
La Provvidenza di Dio ci ha preparato e donato un Papa, un padre, un papà con una straordinaria sensibilità verso i poveri, gli scartati, le persone che soffrono, una sensibilità unica per la pace, la mitezza, la misericordia, il perdono.
Nelle parole di Papa Francesco risuona tutta la forza di chi ha udito con le proprie orecchie l’urlo dei poveri, degli emarginati, la voce di Gesù sofferente.
Per questo motivo, da dieci anni e con insistenza, Papa Francesco continua a far sentire la sua voce.
Auguri, Santo Padre e buona festa di San Giuseppe, a Lei e a tutti i papà qui sulla terra e a quelli che sono già in Paradiso.
+ Nicolò Anselmi
* Domenica 19 marzo chi vivrà la liturgia eucaristica domenicale non troverà la celebrazione di San Giuseppe. Per l’importanza liturgica della domenica di Quaresima, infatti, la festa di San Giuseppe è stata posticipata a lunedì 20 marzo.