Alla Comunità Diocesana
Carissimi Fratelli e Sorelle,
a Dio piacendo, domenica 14 giugno p.v. con inizio alle ore 17.00, presso la Fiera di Rimini, avrà luogo la celebrazione eucaristica nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo, nel corso della quale si procederà alla beatificazione della Venerabile SANDRA SABATTINI, dell’Associazione Papa Giovanni XXIII.
Pertanto ora, a quattro mesi esatti di tempo, mi preme tentare di tracciare in modo breve e sintetico alcuni tratti del ‘carisma’ della nostra prossima Beata. Vorrei così contribuire ad orientare e a sostenere il cammino di avvicinamento ad un evento tanto significativo che, se intercettato in luce di fede e adeguatamente preparato, segnerà in modo marcato il cammino della nostra Chiesa riminese.
In verità ritengo che la figura di Sandra possa essere segnalata come icona credibile e attraente della santità della porta accanto, compresa da papa Francesco come “la santità di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio”. Il nucleo incandescente di questa santità va individuato nell’esercizio di una carità straordinaria nella ordinaria quotidianità dell’esistenza.
Per una santità del genere non occorrono esperienze eccezionali di impegno ascetico o di contemplazione mistica. Alla nostra cara Sandra è bastata la trama di una vita ordinaria, tessuta di fede viva, sostenuta da una preghiera intensa e diffusa. Una vita spesa nel lieto e fedele compimento del proprio dovere, punteggiata da piccoli gesti di un amore teso all’estremo, in una appassionata amicizia con Cristo “povero e servo”, in un servizio generoso e infaticabile a favore dei poveri. Una volta incontrato Gesù personalmente, lei non ha più potuto fare a meno di amarlo, di puntare su di lui, di vivere di lui, per lui, nella Chiesa.
La santità di Sandra è stata l’avventura di una “povera cristiana”, nella tensione verso la misura alta di una vita illuminata dal Vangelo, spesa nelle piccole cose di ogni giorno, declinata nelle normali occupazioni dell’esistenza e nelle quotidiane preoccupazioni della gente semplice. Una forma di santità, la sua, sostanziata di carità ardente, come ogni altra, ma con una fisionomia propria, contrassegnata da un cospicuo corredo di virtù umane. Quali, una delicata tenerezza in famiglia. Un impegno consapevole e puntuale nello studio. Un sano agonismo nello sport. Una serena distensione nel divertimento. Un limpido e maturo esercizio della propria affettività. Una intelligente e coinvolta dedizione alle ‘sorelline’ e ai fratellini’ disabili o comunque bisognosi.
E la gioia – una gioia condita da un’allegria frizzante e contagiosa – è stata la sigla di una santità d.o.c., la cifra di una vita pienamente riuscita.
Da ultimo, ma non per ultimo, è da rimarcare il fatto che Sandra, alla scuola di don Oreste, non si è autosegregata a vita privata, ma ha coltivato ed espresso un’acuta sensibilità civile e sociale, ponendosi a servizio dei diritti e dei bisogni degli ultimi.
Ringrazio la Parte Attrice della causa di beatificazione – l’APG23 – che si è pienamente coinvolta nella preparazione dell’evento, ed esprimo cordiale riconoscenza al Clero, alle Comunità parrocchiali, alle Comunità di vita consacrata, alle varie Associazioni e Movimenti, al Gruppo promotore, alle Istituzioni pubbliche e ai tanti Volontari che si stanno dedicando a far conoscere la figura e il messaggio di Sandra, attraverso mostre, testimonianze e pubblicazioni.
E a tutti e a ciascuno mi è caro inviare un fraterno saluto e una cordiale benedizione
Rimini, 17 febbraio 2020
+ Francesco Lambiasi