In occasione della Giornata della Vita (7 febbraio 2016) il Vescovo ha inserito nell’omelia un passaggio dedicato al triste fenomeno della violenza sulle donne.
“È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia. Amare la vita è sempre prendersi cura dell’altro, volere il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente” (papa Francesco).
Sono doppiamente povere le donne che subiscono maltrattamento e violenza. Perché oltre a venire usate, abusate e cinicamente sfruttate, spesso si trovano in situazione di minori possibilità nel difendere i loro diritti e con maggiori difficoltà nel denunciare i delitti di cui vengono fatte oggetto. Eppure è proprio tra di loro che si riscontrano i gesti più ammirevoli di quotidiano eroismo nella difesa e nella cura delle fragilità delle proprie famiglie.
Il fenomeno dei femminicidi nel 2014 ha registrato ben 152 vittime, e già tredici all’inizio di questo nuovo anno. Al Centro Antiviolenza di Rimini, Rompi il silenzio, hanno chiesto aiuto 173 donne, che hanno subito violenza. Il fenomeno è drammatico. a livello mondiale. Secondo i dati Istat nel 2015 il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza.
L’insostenibile sofferenza di queste persone va compresa, il loro grido di aiuto va raccolto con prontezza e piena disponibilità. Occorre passare ad azioni coraggiose e concrete sul piano della prevenzione, della repressione del crimine, dell’accoglienza, della cura e della tutela delle donne ferite. Il Giubileo della misericordia ci offre una concreta opportunità per aiutare queste nostre sorelle e amiche, facilmente ricattabili, offrendo comprensione, difesa, aiuto concreto, sostegno fattivo e competente, perché possano riappropriarsi della loro dignità e della loro inviolabile libertà, ma anche per denunciare i delinquenti che abusano della vulnerabilità di queste persone per le loro voglie malsane e i propri meschini interessi.