Carissimi tutti,
questa lettera l’ho scritta due volte. La prima, quando l’ho riletta, ho finito per cestinarla, perché non mi sembrava fosse venuta così interessante e buona da leggere come la volevo e come, penso, ve l’aspettiate anche voi. Ora spero che questa sia la volta buona…
Vi scrivo perché nel mese di ottobre, appena trascorso, ho vissuto con voi eventi, incontri, visite, colloqui, che mi hanno messo in cuore diversi pensieri, che ora vengo a parteciparvi.
L’Anno Marvelliano. Ha avuto uno slancio assai promettente. Chi ne temeva una edizione puramente commemorativa, ha potuto ricredersi. Personalmente, ritengo che ci faccia molto bene provare a trasformare la “massa della memoria” del passato di santità della nostra Chiesa in “energia di futuro” per il cammino che il Signore ci va dischiudendo. L’agenda “marvelliana” prevede altri eventi e iniziative di rilevante peso specifico, che conviene “sfruttare” per avvertire noi – e fare avvertire – la scossa della santità alle nostre comunità, sempre a rischio di andare – noi e loro – in letargo. Permettetemi di esprimere sincera gratitudine verso le persone che si stanno spendendo nella realizzazione dell’intenso programma dell’Anno con grinta contagiosa, in particolare don Fausto Lanfranchi ed Elisabetta Casadei, insieme ai loro generosi collaboratori. Anche la prossima canonizzazione del beato Amato da Saludecio (23 novembre p.v.) ci aiuterà a ricordare che siamo davvero dei poveri nanetti sulle spalle di giganti. Per quanto distante nel tempo, anche il beato Amato è una figura che riveste un significato di provocante attualità.
La Missione diocesana. Abbiamo iniziato l’anno di preparazione e abbiamo detto di volerlo, per dono del Padre, come un anno di preghiera, di riforma delle nostre comunità e di formazione dei missionari. Ritengo che la Missione straordinaria per la missione permanente sarà una grazia, e dunque un frutto da invocare e da preparare con fede ed entusiasmo, ma non sarà certo un “prodotto” di strategie ricercate e complicate o di tecniche più o meno sofisticate.
Vorrei qui ribadire quanto abbiamo già condiviso in varie occasioni: quello appena iniziato non sarà una opportunità sciupata se lo passeremo come un anno di preghiera per la riforma della Chiesa “in uscita missionaria”. Il primo tratto di cammino che ci impegneremo a percorrere fino a Natale (ma che non potrà finire a Natale!), lo dedicheremo alla preghiera di ascolto della parola del Signore – specialmente la Parola della liturgia domenicale – ma cercheremo di accogliere e custodire la parola del Papa, nella Evangelii Gaudium (per la “riforma della Chiesa in uscita missionaria”), e della parola del Vescovo, nella Lettera pastorale sulla Eucaristia come fuoco per la missione. Penso quindi ad una preghiera per la riforma della nostra vita personale e comunitaria, sulla traccia offerta dal Papa (vedi capitolo II di EG, nn. 76-109, sulle tentazioni degli operatori pastorali) e sulla linea indicata dal Vescovo: vedi cap. II della Lettera pastorale: “dall’ostilità all’ospitalità; dalla violenza alla benevolenza; dalla ingratitudine alla gratuità”, con la domanda ricorrente: “Ma noi-che-andiamo-a-messa, abbiamo gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù?”.
Invito pertanto ogni comunità parrocchiale e religiosa a recitare ogni giorno (in tutto o in parte) la preghiera a Maria, Stella della nuova evangelizzazione. A questa catena di preghiera hanno già aderito le comunità monastiche delle Clarisse di Rimini e del Carmelo di Sogliano, come pure i santuari di Bonora, Saiano, Casale, e ho fiducia che lo stiano facendo anche gli altri santuari mariani. Inoltre per ogni domenica l’Ufficio liturgico propone una intenzione per la missione, da recitare nella preghiera universale o dei fedeli. Raccomando anche alle comunità parrocchiali di svolgere ogni mese un incontro di formazione e di preghiera, servendosi del sussidio preparato dal Servizio per l’apostolato biblico, Eucaristia, fuoco della missione. Itinerario spirituale per l’anno dell’Eucaristia. Molto utile anche il sussidio preparato da Caritas-Migrantes, La gioia del Vangelo. Questo cammino di preghiera “eucaristica” culminerà nella processione del Corpus Domini, che si terrà a Rimini la sera di sabato 6 giugno p.v.
La riforma della chiesa in uscita missionaria. Permettetemi di ripetere: la prima missione parte dalla riforma della vita dei missionari e delle comunità. Pertanto è urgente riprendere un serio e intenso cammino di ri-forma nella e della nostra Chiesa diocesana, delle sue comunità, dei suoi fedeli. Senza mai dimenticare che la prima riforma è quella che avviene “per via di santità”. Ma il Papa ci richiama anche ad una riforma “pastorale”, per non scivolare sul piano inclinato del “si è sempre fatto così”. Per questo ho ribadito la necessità di aprire una sorta di “fase 2” del cammino della cosiddetta “pastorale integrata”, che preveda la nascita e la crescita di piccole comunità, come del resto già anticipato dal nostro progetto di articolazione dei 7 vicariati della Diocesi in 25 zone pastorali (vedi Diocesi di Rimini – Ufficio Pastorale, La pastorale integrata in Diocesi di Rimini, 2012, p. 25). Perché questa articolazione non si riduca ad una pura “somma algebrica” e ad una semplice operazione aggregativa, è importante avviare la formazione delle piccole comunità, nelle forme più varie: comunità di vicinato o di ambiente, di associazione o di movimento. Saranno queste piccole comunità a consentirci di imboccare lo svincolo che, con l’aiuto del Signore, ci porterà a percorrere la strada di parrocchie integrate non soltanto tra di loro, a livello interparrocchiale, ma anche a livello intraparrocchiale, cioè al loro interno.
Il Sinodo straordinario sulla Famiglia. Accolgo con sincera, intima adesione l’invito conclusivo del Papa: “Ora abbiamo ancora un anno di tempo per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete alle tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie”. Abbiamo il testo della relazione a conclusione del Sinodo, che offre riflessioni e indicazioni per discernere e agire. Sulla questione riguardo alla “possibilità che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia“, il Sinodo ha ritenuto che “la questione vada ancora approfondita” (n. 52). Sono pertanto dell’avviso che ci occorra un maturo, sereno spirito ecclesiale per non anticipare – da parte di noi pastori – decisioni in merito, che dovranno invece essere prese nel Sinodo ordinario dell’anno prossimo.
La situazione economica della Diocesi. Il debito globale è in via di riduzione, ma occorre proseguire con determinazione nella strada intrapresa. Tra l’altro, è necessario continuare ad avere un’amministrazione oculata anche da parte delle parrocchie, chiedendo e ottenendo l’autorizzazione scritta dall’Ufficio economico diocesano, prima di iniziare qualsiasi lavoro, in modo da verificare in tempo la necessaria copertura finanziaria.
La settimana presbiterale a Loreto. Nonostante le precarie condizioni di salute del relatore invitato, possiamo confermare date e luogo della Settimana (Loreto, 24- 28 novembre p.v.). Quanto prima verrà spedito il programma aggiornato. Facciamo del tutto per non mancare a un appuntamento che molti hanno già apprezzato come positivo e assai fruttuoso.
Considerate questa lettera come indirizzata a tutti e a ciascuno di voi, e aperta a quanti – diaconi, ministri/e persone consacrate, fedeli laici – si trovano vicino a voi.
Vi saluto e vi benedico di cuore
Rimini, 1 novembre 2014
+ Francesco Lambiasi