Rimini, 24 luglio 2017
Comunicato stampa
In merito alla prevista “processione di pubblica riparazione”, promossa dal Comitato “Beata Giovanna Scopelli” sabato prossimo 29 luglio a Rimini, tengo a precisare che quanto espresso da don Cristian Squadrani, parroco di San Giuliano borgo (“Non abbiamo nulla a che fare con la processione religiosa che si svolgerà il 29 luglio… sia la nostra parrocchia sia la Diocesi prendono le distanze da questa iniziativa”), è stato condiviso in piena sintonia con l’Ordinariato diocesano.
Il Vescovo di Rimini rispetta la libera iniziativa dei cristiani di porre in atto espressioni pubbliche di preghiera, ma non può condividere il senso della “processione” in programma che, al di là delle intenzioni personali, finisce di fatto per alimentare uno stile di contrapposizione e di polemica con il triste effetto di far sentire le persone con tendenze omosessuali giudicate a priori e allontanate dalla Comunità Cristiana.
Questo rischio va contro quanto già espresso da Papa Francesco: “ogni persona indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza” (Amoris Laetitia, 2016, n. 250).
Per altro verso, il Vescovo ritiene che manifestazioni come il “Summer Pride” non aiutino ad affrontare in modo costruttivo la rivendicazione di legittimi diritti delle persone omosessuali. Inoltre la Chiesa riminese esprime una forte riserva critica nei confronti di un raduno che – per quanto compreso dal programma proposto – tende a usare e ridurre la situazione, spesso travagliata, delle persone con tendenza omosessuale ad una ostentazione fin troppo esibita che vuole far passare il messaggio che ogni tendenza sessuale è uguale all’altra e che ogni desiderio è fonte di diritti (ad esempio cavalcando lo slogan: “stesso amore, stessi diritti”).
In comunione con papa Francesco il Vescovo esprime la disponibilità all’accompagnamento di trans e omosessuali ma ribadisce con le stesse parole di papa Francesco il dissenso nei confronti della “teoria del gender quale «colonizzazione ideologica»”.
Infine, va sempre affermato quanto più volte espresso, cioè che la condizione delle persone omosessuali interpella le nostre Comunità Cristiane e le sollecita a porre in atto concreti percorsi di fraterna accoglienza e di evangelico accompagnamento.
Il Vicario Generale
Don Maurizio Fabbri